Da un po' di tempo a questa parte, qunado ho tante cose da dire ma che non dico, nel giro di poco e parlo di minuti, divento afona.
A novembre, fu un disastro.
Un mese intero senza parlare.
Sono andata persino dal dottore o meglio dall'otorino che con faccia schifata mi ha detto: ma cosa vieni a fare qui? Tu non hai niente. Hai delle corde vocali perfette. Parla di meno.
Diagnosi super azzeccata. Io non parlavo ma la voce non tornava.
Quando la sera tornavo a casa, la rossa, detta anche Charlie-Carlotta, mi guardava e sbuffava: uffa mamma. Ma non è giusto.
Tu con le tue amiche canti e balli e ti diverti un sacco mentre io a scuola mi annoio un sacco. Non fanno mai niente di bello!!!!
Uffa! Domani vengo con te.
Come no!
E la nonna, per non essere da meno, aggiungeva: ah, per forza! Vai sempre in giro nuda!
Beh, diciamo che nuda nuda no. Dopo avrei sulla coscienza un sacco di morti per trasformazione in statue di sale, ma senza giubotto, d'inverno, sicuramente.
Non è che abbia troppo caldo è che mi scoccia mettermelo.
La sciarpa, poi, miiiiiiiiiiiiiiiiiiii. Che noia!
la lascio ovunque, la perdo sempre e per sopperire a questa mancanza...non la metto. La lascio direttamente dentro al cassetto.
Ma il gioco dei mimi inizia quando uno esce di casa.
Andate voi a fare la spesa in coop e, al banco, circondate da un mucchio di donne super eccitate dallo sconto sul cotto, chiedete un etto di prosciutto.
la commessa vi guarderà con un enorme punto interrogativo al posto della faccia e a quel punto tutto può succedere.
Si incomincia con il sdraiarsi sulla vetrina, facendo anche la funzione di lavavetri, mentre con il dito iniziate a puntare l'insaccato che interessa.
La commessa non capirà mai ed allora.........partono a parlare le mani. Del resto noi italiani siamo maestri nella gestualità e quando metti le mani a mo' di ruota, che puoi indicare duemila cose, dall'altra parte prendono subito in mano il prosciutto che volevate voi.
E in banca?
Vogliamo parlarne?
Arrivi allo sportello, allunghi il maloppo e la cassiera inizia a parlare con te....e tu, quando ti avvicini e rispondi bisbigliando, ti risponde: beh, non è un segreto. Lo sanno tutti che mi dovete fare più distinti di versamento.
ecchecavolo!
In pizzeria?
stranamente, quando uno è afono, quando arrivano a prendere l'ordine, ti portano via anche il menù e tu a spiegare che vuoi la pizza (oggi alla dimensione che mimate, potrebbero portarvi una pizza gigante) ma soprattutto come la vuoi!
Provate a mimare salsiccia e cotto. Diventa una pizza a luci rosse.
Parliamo delle telefonate?
Se sei al lavoro non puoi non prendere le telefonate e 9 volte su 10 la prima volta imprecano e poi buttano giù.
Al secondo tentativo, dopo il pronto, rimangono in ascolto e poi dicono: oh ma io sto lavorando. Non è divertente come scherzo.
Al terzo...beh, pensano: cavoli non ho sbagliato numero. Ho beccato a una chat erotica e rimangano anche delusi quando capiscono che, invece, hanno fatto il numero giusto
Se andate in farmacia e bisbigliate, la gente, alla faccia del cartello "state qui e fatevi i cavoli vostri", con fare indiferrente arriverà fino al vostro fianco e porgerà ben bene l'orecchio per sentire cosa bisgliate al farmacista.
Che delusione quando vi sentiranno bisbigliare: AULIN
Ma il top lo si raggiunge con la proprio mamma.
Non parli, bisbigli eppure lei chiama ed urla dicendo: parla più forte che non capisco quello che dici!!!!!!!!!!!!
Ma hai chiamato tuuuuuuuuuuuuuu.
Mi ci manca solo che inizi a battere sulla cornetta e ho fatto bingo.
Con le colleghe uso i post-it, con i figli schiocco le dita e quando li chiamo per cena inizio a battere i coperchi, con le amiche posso anche stare zitta, tanto a loro basta guardarmi in faccia per capire quello che penso e quello che vorrei dire ma che non posso dire!
Prima o poi mi tornerà anche la voce e allora sì che sono cavoli!
Buon venerdì e buon fine settimanaaaaaaaaaaaaaaaaa
Mely
2 commenti:
Un vero spasso !!! Mi vedo le scenette di quello che racconti !!!!
Mi mancavano i tuoi racconti :))
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