Come suo fratello.
Già. DSA entrambi ma, mentre suo fratello, quando lo seppe disse: per fortuna mamma. Pensavo di non essere normale. Forse adesso potrò imparare a leggere e a fare matematica.
Aveva 9 anni e non sapeva leggere. Si sentiva diverso dai suoi compagni e quando, finalmente, riuscì a sentirsi come gli altri, venne fuori l'ignoranza dei genitori.
Quegli stessi genitori che, per giustificare un voto più basso del figlio rispetto a Nicolò dicevano: beh, lui ha fatto matematica con la calcolatrice e l'interrogazione con le mappe.
Alle umiliazioni non ci fai mai il callo, neppure se hai attaccato in camera la lista dei 10 uomini DSA più famosi al mondo.
Hai un bel da dire che Leonardo era un super genio e Churchill era un Primo Ministro e Kennedy un presidente...a scuola ci va tu, non loro.
Poi, lui ha accettato questa sua imperfezione. Sa che il suo punto di forza è la sua manualità, la sua creatività. Sa, ma non lo fa, che deve studiare più degli altri e sa che se lo facesse arriverebbe a 8 senza problemi.
Sa che ha una tutor che è un angelo e la mette sempre alla prova. La porta all'esasperazione.
Lui...inferno e purgatorio.
Per il paradiso si sta attrezzando.
Per anni ho lottato contro l'ignoranza bestiale di certi genitori.
Elementari, medie.
Al liceo, per fortuna, ognuno si fa la sua gara.
I professori, forse anche per paura di genitori pazzi, sono tutti sul pezzo.... ma, quello che non pensavo è che avrei dovuto continuare a lottare anche con Carlotta.
Ma lei non è DSA è solo imperfetta.
Quando provai a dirglielo, lei mi guardò, scrollò le spalle e mi rispose: io non sono come Nicolò. Io sono solo imperfetta.
Lei che ha vissuto l'odissea di suo fratello, le vittorie, le sconfitte e le amare delusioni, non vuole essere come lui. Così lui è DSA lei è imperfetta, con tanto di relazione.
Lei lo sa. Non lo dice. Manco lo sussurra.
S'indigna quando a scuola, durante una lezione, una sua compagna disse "io sono normale, non DSA".
Diventò una furia. Una furia rossa, pronta a difendere chi lo era ma non se stessa.
Sono io quella che non ammette giustificazioni di nessun tipo.
Se sei ignorante, in materia, prima di parlare, documentati, come feci io all'inizio, e poi apri bocca.
Mi sono rotta di tutti questi genitori pronti a sparare sentenze senza sapere, a dichiarare che i loro figli sono nomali e non dislessici.
Perché se loro non sanno le tabelline non è colpa dei geni ma della maestra.
Gli stupidi sono quelli che usano la calcolatrice o il PC...siamo lontano anni luce, dalla luce.
E' vero. Siamo noi il male dei nostri figli. Quelli che gli impongano standard altissimi, e che ci rimaniamo male se non li raggiungono. Siamo delle bestie che parliamo senza pensare, senza preoccuparci di chi ci sta attorno. Inculchiamo, nei nostri figli, dei pensieri che non dovrebbero esserci ma, soprattutto, parole pesanti che rimangono e bruciano.
Nicolò è sempre stato un rinunciatario. Sua sorella no.
La rossa è combattiva, competitiva. Non si ferma davanti alla tabellina del 9 o al teorema di Pitagora. Davanti ad un: cavoli allora non ce la puoi fare. Incassa. Se lo scrolla di dosso e riparte a testa alta, perché ha scoperto che i bambini imperfetti, da grandi sono diventati delle fantastiche persone e che possono arrivare ovunque.
Non importa se un anno dovrai ripeterlo o se quando scrivi devi pensare se ci va la doppia o H.
Sa che ha altre qualità. E' su quello che lavora, indipendentemente da quello che i suoi compagni possono e potranno dire, perché i ragazzi imperfetti sono come gli altri...meglio degli altri, perché sanno che ogni 6 preso è un pezzetto di autostima conquistato.
Quindi, cari genitori dalla bocca larga, siete avvisati.
Non dite mai, di fronte a me, che i vostri figli sono normali, perché, senza preavviso, una pantera potrebbe attaccarvi alla giugulare, smontare le vostre illazioni e bugie e godere del vostro imbarazzo.
Nessuna giustificazione sarà più ammessa.
Così, giusto per iniziare le medie con il piede giusto.
Buone vacanze
Mely